mercoledì 23 giugno 2010

Abstract

ABSTRACT DELLA TESI:
“Formazione dell'identità lesbica e gay:
il processo di coming out come fattore di sviluppo”

Di Valentina Colozza
Da quando l'essere umano si è dotato del potere della scienza ha sempre dato un nome alle cose, suddividendole e ponendole in rapporto gerarchico fra loro. Si sono sempre etichettate forme e vite al fine di non cadere nell'ambiguità o nel non conosciuto, si è sempre preferito dare due nomi ad una cosa che non darlo affatto, nella logica che se non si vede non esiste. La dimensione biologica (apprato genitale), il genere sessuale (maschile e femminile) e l'identità di genere (ruolo di uomo o di donna) hanno vissuto sin dall'antichità un rapporto consequenziale che ha portato alla loro sovrapposizione. Una consequenzialità che viene narrata in modo temporale-razionale (la bambina crescerà e diventerà una donna) ma che nei fatti diviene logica-irrazionale attribuendo all'individuo, ancor prima della nascita, genere, identità e ruolo. Il genere è appreso in tempi così remoti ed in modo così diffuso che diviene quasi innato, rendendo i soggetti difficilmente consapevoli delle possibilità di altri valori e forme di comportamento.
Nell'impossibilità di essere altro dall'uomo e dalla donna, si sono sempre condannati e maledetti quei nascituri ambigui ermafroditi e intersessuali. La sessualità nella cultura viene definita in maniera statica, basata su un ordine di genere dicotomico che fonda le proprie radici in un terreno biologico: una dimensione che identifica due generi sessuali, quello femminile e quello maschile, su cui fonda un ordine amoroso immodificabile e sacro, quello dell'eterosessualità.
E' da questa premessa che nasce l'introduzione al lavoro, di tipo culturale e sociale, che cerca di fare chiarezza sulle definizioni di genere e identità, concetti che nel tempo sono stati resi ambigui e spettacolarizzati, come nel transessualismo.
Ponendo un accento sulla modificazione culturale di inizio secolo, dovuta in parte anche alla nascita della psichiatria, abbiamo osservato come la rappresentazione dell'omosessuale si sia modificata. Dal riconoscimento del pederasta per il suo carattere somatoforme, all'individuazione di quei caratteri psichici che hanno fatto delle persone lesbiche, gay o transessuali dei corpi da
medicalizzare. La psichiatria, il ritorno delle teorie darwiniane, la morale cattolica hanno spinto sempre più sulla ricerca delle cause dell'omosessualità etichettandola prima come perversione, poi come malattia curabile. L'escursus storico e l'attuale situazione sociale che vivono lesbiche e gay in Italia ci permette di concludere il primo capitolo con le teorie di sviluppo riguardanti l'omosessualità e l'importanza del coming out, lasciando spazio alla dimensione intrapsichica e interpersonale del fenomeno.
Molta importanza sarà data al coming out, che non sarà visto solo come il “momento di uscita allo scoperto”, ma come quel lungo e difficoltoso processo proprio di ogni adolescente, o adulto che sia, che mette in discussione la propria sessualità. All'interno del coming out, e quindi di un particolare momento di vita analizziamo i mutamenti e gli attacchi che subisce il sé, le sue rappresentazioni, l'autostima e la qualità di vita.
Delineando così i momenti più critici e importanti dello sviluppo intrapsichico di una persona lesbica gay o transessuale, possiamo approfondire la dimensione relazionale.
Nel terzo capitolo, infatti, grazie a una rilettura della teoria dell'attaccamento e della teoria dei sistemi si esamineranno pattern e stili familiari durante la scoperta dell'omosessualità del figlio\a, il segreto transgenerazionale, infine l'omeostasi e\o il cambiamento della struttura familiare. Seppur in maniera breve affrontiamo il tema dell'omogenitorialità, per mezzo di una chiave di lettura psicodinamica e psicoanalitica.
Infine nell'ultimo capitolo, riguardante l'area sociale, tratteremo il fenomeno dell'omofobia, sociale ed interiorizzata, con relative ricerche a livello internazionale.
L' ostilità, il rifiuto e la violenza, che spesso riscontriamo nell’ambiente sociale, si riflettono sull’individuo a livello intrapsichico, dove è presente un continuo conflitto dato, ad esempio, dalla non concordanza fra il desiderio omosessuale e le norme sociali interiorizzate, i bisogni istintivi e la realtà esterna eterosessuale-
Si ipotizza, nel processo di coming out, una riattivazione di un conflitto interno tra vero Sé e falso Sé (Winnicott, 1974) che attiva specifiche strategie difensive, meccanismi di coping e altri fattori protettivi. Per questo il nostro focus si sposterà sull’organizzazione difensiva delle persone lesbiche e gay, ipotizzandola come meccanismo inconscio della manifestazione dell'omofobia interiorizzata e sociale.
Possiamo affermare che l'utilizzo di difese immature sia correlato significativamente con comportamenti di evitamento omofobo e comportamenti aggressivi omofobici, come confermato anche dai dati di una ricerca di Lewis A. J. e White J. (2009).
Inoltre sottolineiamo come gli eventi di violenza e di discriminazione vissuta o percepita, le esperienze di pregiudizio, rigetto, stigma percepito e omofobia interiorizzata sono dimensioni riconducibili a fattori di stress, che in maniera quasi cronica si ripercuotono sulle minoranze, connotandosi come eventi traumatici, riferiti in generale al modello che abbiamo preso in riferimento del minority stress.

appunti di psicoanalisi. L'illusione e il desiderio dell'accettazione

"L'idealizzazione del gruppo viene pagata con il rischio di violenza verso quelli che sono esterni al gruppo. L'arte è la sublimazione più appagante; ma solo alcuni vi possono accedere. Rimane la religione , che fino a questo punto è stato l'appoggio più sicuro della cultura. La forza delle idee religiose è notevole, perchè esse hanno il loro ancoraggio affettivo nell'esperienza infantile: l'idealizzazione del padre, al quale l'adulto non ha voluto rinunciare. le idee religiose sono un tesoro di idee spirituali che aiutano ad accettare la rinuncia pulsionale perchè consolano l'individuo, garantendogli una protezione e speigandogli gli enigmi dell'universo.

Le idee religiose sono di conseguenza delle illusioni: ciò non siginfica, necessariamente, che siano false o impossibili, anche se nessun argomento razionale le giustifica, ma che esse obbediscono ad una logica del desiderio.
La fede non si appoggia su una volontà di verità, ma sul desiderio che sia così. se i riti religiosi avvicinano il fenomeno religioso alla nevrosi ossessiva, la rivelanzione religiosa è da considerare all'interno delle analogie con i processi deliranti. E' la credenza comune che distingue la prima dagli altri."

Così il desiderio che non rientra nella morale cattolica è amorale, e l'illusione di vivere una porpria realtà, diversa da quella comunemente accettata diviene frustrazione. L'accettazione è conseguente la conformità, delle proprie idee, dei propri pensieri, del proprio corpo, della propria sessualità, sfera intima della propria personalità. Nasce così la proibizione diretta e indiretta di pensare, come azione antagonista alla cultura dominante. Vivere e provare sensazioni ed esperienze fuori da questa logica "normale" ci fa abbandonare quella "sicurezza psichica ottenuta grazie alla fede"

La frustrazione, la non accettazione, il desiderio pensante è la conseguenza diretta dello scambio fra la sicurezza della norma e la possibilità di una felicità vera.
Per questo "la genesi del senso di colpa nell'individuo può essere messa in rapporto con la genesi di colpa collettiva.
L'aggressione è introiettata, interiorizata, capovolta verso l'Io da cui è stata originata. questa aggressività dell'Io contro se stesso si chiama sentimento di colpa e si manifesta sotto la forma di un bisogno di punzione."

"l'idealizzazione del gruppo viene pagata con il rischio di violenza verso quelli che sono esterni al gruppo. Essendo negata l'ambivalenza, l'idealizzazione maschera l'odio e la proietta sul nemico o su quelli che non condividono l'ideale dell'Io del gruppo. L'intolleranza è così la conseguenza quasi necessaria della modalità stessa di costituzione dell'identificazione narcisistica gruppale."

I pezzi virgolettati sono presi da:Cento anni di psicoanalisi, D. Bourdin, p 130-136